Questo libro risponde perfettamente a ciò che ci si aspetta dalla sua casa editrice, la tedesca Taschen, con sede a Colonia e punti vendita in varie città del mondo. Esso è infatti caratterizzato, come sempre, da una veste tipografica accurata, ottime fotografie, testi brevi ed esplicativi, prezzo tutto sommato contenuto. Insomma, un’edizione al tempo stesso di lusso ed economica, per tematiche storico-artistiche sempre un po’ speciali. Stavolta, l’argomento potrebbe sembrare addirittura frivolo: il libro documenta infatti 144 tra i più begli ingressi di edifici residenziali milanesi, costruiti all’incirca tra il 1920 e il 1970. Ma se si hanno come stella polare i temi della decorazione e dell’ornatistica, si scopre nel volume una vera e propria miniera di idee e di approcci compositivi.
In un secolo come il XX, in cui il decoro architettonico è andato inesorabilmente degradandosi, gli ingressi al piano terreno sono stati, proprio per la loro funzione essenziale nella mediazione interno-esterno, tra le poche parti dei manufatti architettonici su cui si è sempre continuato a investire, per dare stile e prestigio all’intero stabile. Ovvio che quelli qui antologizzati sono ingressi di edifici di particolare pregio, che non rispecchiano la media di gran parte del patrimonio edilizio milanese, pensato per disponibilità ed esigenze più modeste. Ma l’iniziativa è comunque interessante perché, partendo da esempi come questi, l’attenzione potrebbe facilmente estendersi alla “normalità” di molte situazioni, piccolo-borghesi e popolari, in cui, pur disponendo di budget ridotti, i progettisti hanno elaborato soluzioni progettuali altrettanto ingegnose e talvolta ancora più affascinanti, nella misura in cui si doveva fare di necessità virtù.
Dunque, anche se documenta una porzione estremamente selezionata ed esclusiva del tutto, il volume edito da Taschen offre l’opportunità di riflettere su quanto sia importante, a prescindere dalle risorse economiche, tecniche e materiali di cui si dispone, la qualità dell’invenzione decorativa. Alla base di questi progetti, vi è sempre una mente allenata ai temi e ai problemi della decorazione, intesa come parte integrante del pensiero architettonico. Il problema cui oggi ci si trova di fronte sta proprio nel fatto che la professionalità architettonica degli ultimi decenni ha, nella generalità dei casi, divorziato da quella decorativa ed ornamentale. E la soluzione non può venire che da una rinnovata attenzione a questa seconda professionalità.
Il libro: Karl Kolbitz (a cura di, con testi e fotografie di autori vari), Ingressi di Milano, Taschen, Köln 2017, pp. 384, euro 50.
Sopra: Gio Ponti e Alberto Rosselli, Ingresso di Casa Melandri, 1954-57, Milano (foto © Delfino Sisto Legnani). Sotto: la copertina del libro.