Nato a Bologna, poi attivo tra Roma e Venezia e, nell'ultima parte della vita, a Fontainebleau, agli ordini di Francesco I di Francia, Sebastiano Serlio (1475-1554/55) è architetto e trattatista di rilievo per la maturazione e la diffusione degli ideali manieristi. A fronte delle poche realizzazioni pratiche, il contributo teorico concretizzatosi nei suoi Sette libri dell'architettura, pubblicati a partire dal 1537, spicca per la quantità di spunti che consegna alle generazioni successive. Serlio deriva le proprie osservazioni da tutto il corpus della tradizione antica e medievale, e in particolare dalla sua personale esperienza di scenografo, ingegnere e carpentiere. A questa esperienza oscura ma preziosa, maturata a contatto con la realtà operativa dei cantieri e delle maestranze artigiane, è senz'altro riconducibile il singolare elaborato ligneo che qui presentiamo. La citazione è tratta dall'edizione postuma delle opere di Serlio pubblicata nel 1618 per le cure di un altro illustre architetto, Domenico Scamozzi: Tutte l'opere d'architettura et prospetiva di Sebastiano Serlio bolognese, Franceschi, Venezia 1618, libro I, p. 15. Ricordiamo al lettore che, nelle molteplici varianti locali in cui si all'epoca si presentava, un piede equivale a 30-35 cm., un braccio ad una misura all'incirca doppia.
Diversi accidenti vengono alle mani dell’Architetto, come saria questo, che volendo, essempigratia, fare un palco, ò solaro, ò tasello, che dir lo vogliamo; il luogo del quale sarà di piedi quindici, ma haverà una quantità di travicelli, li quali non saranno di tanta lunghezza, ma gliene mancherà un braccio a ciascuno; nondimeno egli se ne vorrà servire. In tal bisogno non havendo altro legname in quel luogo, potrà tenere il modo quì a canto dimostrato, & l’opera sua farà fortissima, mettendo un travicello nel muro da un lato, & l’altro capo sospeso, come qui si vede espresso.
In alto: Vincenzo Raggi da un dipinto di Jacopo Bernardi, Ritratto di Sebastiano Serlio (particolare), incisione, sec. XIX. Sotto: Riproduzione della pagina 15, libro I, del volume "Tutte l'opere d'architettura et prospettiva di Sebastiano Serlio bolognese", Franceschi, Venezia 1618.