Commensale: Questo flan alle verze fa veramente schifo!
Gastronomo: Tu non capisci!… È un modo diverso di preparare la verdura…
C: Mhhh! L’alterità è una trappola della modernità!
G: Prego?!! In che senso?
C: Nel senso che elude il problema del buono e del cattivo.
G: Ma cosa vuol dire buono o cattivo? Se è un modo diverso di preparare la verdura fai nuove esperienze, ti apri a nuove possibilità!
C: Sì… ma se fa schifo e non lo dichiari, e ti nascondi dietro all’alterità, reiteri nuove esperienze negative e avalli nuove possibilità fallimentari, perché se fa schifo, fa schifo!
G: Sei il solito categorico! Dimostri una rigidità di pensiero antiquata.
C: No, direi invece che sei tu un pirla, che prende per buona ogni cosa solo perché “diversa”!
G: Moderiamo le parole! Chi può decidere cosa è buono e cosa è cattivo? È una strada pericolosa… che porta alla censura, che è l’anticamera dell’autoritarismo.
C: Le parole esprimono dei concetti, i quali definiscono le cose: se uno dimostra nei fatti di essere pirla, così bisogna chiamarlo. Direi poi che qualche centinaio di migliaia di anni di tradizione alimentare umana forniscano sufficienti elementi a chiunque per decidere se ciò che mangia è buono o cattivo, anche perché il vero autoritarismo mi sembra stare qui seduti a subire queste cose disgustose senza poter esprimere un giudizio di merito.
G: Non ti scaldare! Puoi benissimo esprimere il tuo giudizio personale, nessuno te lo vieta!
C: Certo! Perché viene appunto sterilizzato nel recinto dell’opinione personale, di uno che sicuramente è dogmatico e antiquato, talmente ottuso da negarsi nuove esperienze e nuove possibilità! Così i dogmi di partenza sono salvi e la cosa schifosa viene sdoganata attraverso il meccanismo dell’alterità. No! Se dico che questa cosa fa schifo, affermo che è cattiva come proposta per l’alimentazione umana, non che a me non piace.
G: Con te proprio non si può ragionare di gastronomia…
In alto: foglia di acanto (particolare), illustrazione in bianco e nero da Owen Jones, The Grammar of Ornament, London, Day and Son, 1856, p. 46.