La parola “disegno” non ha in italiano la stessa versatilità di design in inglese, e ciò giustifica almeno in parte il fatto che, anche da noi, la seconda venga spesso preferita alla prima. Ma la loro somiglianza è ingannevole. La corretta traduzione inglese di “disegno” non è design ma drawing, dal verbo to draw che, tra i molti significati, ha appunto anche quello di “tracciare”, “disegnare”. Se “disegno” e drawing indicano il mezzo espressivo, design attiene invece al risultato finale e al suo corredo informativo. A tale scopo l’italiano ha termini più sfumati, come “modello” e “progetto”.
Tuttavia, il disegno con cui la nostra cultura (sia accademica che di base) ci ha sempre messi a confronto, non è solo quello eseguito a mano libera, nel culto della destrezza e dell’ispirazione. C’è anche dell’altro, e si tratta appunto del disegno progettuale o, come più spesso si dice, “tecnico”. “Tecnico” è aggettivo che può sembrare arido, ma la gamma di quelli che lo integrano è vasta e suggestiva. Come farsene un’idea? Senza andare troppo in là, soffermiamoci sul titolo di un vecchio manuale per la scuola media, uno di quelli che ancora giacciono nelle nostre soffitte: Disegno intuitivo e strumentale, pubblicato nel 1960 dalla casa editrice Poseidonia di Bologna.
È un titolo che apre un mondo: “intuitivo” sta per il più corrente “a mano libera”; “strumentale” per tutto ciò che, evidentemente, si esegue con la guida di strumenti, fossero anche solo riga, squadra e compasso: dunque misurando, ordinando, componendo, prefigurando. Eppure ad avviso di molti, tra un disegno “intuitivo” ed uno “strumentale” vi è un divario incolmabile. Il primo passa per essere espressione spontanea e veritiera dell’io; il secondo, per mera esercitazione utilitaristica. È un po’ come se, cercando qualcosa di bello da leggere, guardassimo solo nello scaffale delle poesie e dei romanzi, equiparando l’intera collezione di saggi, manuali, atlanti e dizionari al libretto di istruzioni di un telefonino.
In alto: Christopher Dresser, Schematizzazione di motivi botanici (particolare), 1855 circa, penna e acquerello su carta, Londra, Victoria & Albert Museum.