Questo saggio è l’ideale sviluppo dell’altro pubblicato nel 2005 dallo stesso autore, Il fronte della forma. Vale la pena segnalarlo qui, pur in grave ritardo sulla sua uscita, perché esso completa e chiarisce l’indagine di Tusini sulla sensibilità artistica contemporanea, dalla seconda metà dell’800 ai giorni nostri, nel suo controverso rapporto con le nozioni di ornamento e decorazione. Un’indagine utilissima, quella di Tusini, e che riprende un’illustre tradizione storiografica. Se nel primo dei due titoli l’attenzione si concentrava su quattro grandi nomi di studiosi (Riegl, Wölfflin, Panofsky, Worringer), nel più recente essa si divide equamente tra l’apporto dei teorici e quello degli artisti. E conferma quanto cruciale sia stato, il secolo e mezzo di cui sopra, per le fortune e sfortune della cultura decorativa nella civiltà occidentale.
Nella seconda metà del secolo XIX, infatti, viene alla luce una spiccata coscienza critica dei fenomeni ornamentali, che ormai vengono studiati sia in relazione a fasi remote e primitive dell’arte europea, sia in relazione alle civiltà extraeuropee colonizzate e assoggettate. Con l’inizio del secolo successivo, invece, comincia ad emergere quella ripulsa nei confronti della tradizione ornamentale classica pertinente all’architettura e agli oggetti, che, con una reazione a catena che può apparire paradossale, ingenererà nelle arti visive un decorativismo sempre più diffuso, con una decisa accelerazione a partire dagli anni ’70-’80 del ‘900. Questo doppio movimento è ben analizzato da Tusini. Tuttavia restano esclusi dalla sua ricognizione i decenni centrali del secolo XX. Ed è proprio lì, nei cinquant’anni in cui trionfa il razionalismo e si consumano molte interessanti esperienze, trascurate e minimizzate dalla storiografia, che ancora si annidano non pochi punti interrogativi da individuare e da sciogliere.
Il libro: Gian Luca Tusini, La pelle dell’ornamento. Dinamiche e dialettiche della decorazione tra Otto e Novecento, Bononia University Press, Bologna 2008, pp. 238, euro 24.
In alto: Illustrazione da Owen Jones, The Grammar of Ornament, Quaritch, London 1856. Sotto: la copertina del libro.
molte grazie per la recensione
GLT