Quando mi si è presentata l’occasione di fare un viaggio a Brema, ho subito associato la “libera città anseatica” ai quattro musicanti della celebre fiaba dei fratelli Grimm, per poi scoprire con piacere la sua grande ricchezza artistica e culturale. Brema è come un piccolo scrigno, con il suo centro storico non grandissimo ma denso, dove ancora è possibile distinguere, rivolta a Nord-Est, la linea delle antiche fortificazioni, oggi sostituite da tranquille aree verdi. E oltre il centro abitato e le aree industriali ecco la campagna: una vasta pianura con mulini a vento dove è ancora vivo l’uso di costruire riproponendo tipologie architettoniche tradizionali, che incuriosiscono e affascinano chi proviene da altre latitudini.
Ma tra tanti siti del centro storico ce n’è uno, curioso e interessantissimo, una via di origine antica ma al tempo stesso viva e modernissima: la Boettcherstrasse, ovvero la strada dei bottai. Sorta in epoca medievale, essa congiungeva la Piazza del Mercato, ovvero il cuore della città dove si affacciano la Rathaus (il palazzo municipale) e il Duomo di San Pietro, e il fiume Weser con l’antico porto: da lì salpavano le navi cariche proprio delle botti realizzate nelle botteghe degli artigiani. Ma lo spostamento più a nord del porto fece perdere nel tempo importanza alla strada, fino a che tra il 1902 e il 1906 l’intera via con tutti i suoi edifici fu acquistata da Ludwig Roselius, per riportarla a nuova vita.
Roselius, un’altra scoperta: mecenate, collezionista d’arte, commerciante di caffè nonché inventore del caffè decaffeinato, il famoso Caffè Hag (Kaffee Handels Aktien Gesellschaft). Grazie agli architetti Eduard Scotland e Alfred Runge ed allo scultore e architetto espressionista Bernhard Hoetger, quest’ultimo proveniente dalla colonia di artisti della vicina Worpswede, tra il 1922 e il 1931 Roselius fece ristrutturare gli edifici – ad eccezione della Roselius-Haus – mantenendo per alcuni l’aspetto degli antichi edifici tradizionali della regione, mentre altri sono in stile espressionista, fermo restando che il tutto venne concepito secondo un progetto coerente, una vera e propria opera d’arte totale.
Lasciandosi alle spalle la Piazza del Mercato si entra nella Boettcherstrasse accolti dal Lichtbringer (“Portatore di luce”), un rilievo dorato realizzato da Bernhard Hoetger nel 1936, e appena varcata la soglia siamo introdotti in una via che era, ed è tuttora, la strada dell’arte, degli artisti e degli artigiani, con le case, botteghe, collezioni d’arte e musei che li rappresentano. Gli stessi edifici, con le loro decorazioni esterne ed interne, letteralmente trasudano arte. La strada è così ricca che risulta arduo descriverla, perché ogni casa ha le sue peculiarità, talvolta anche nei più piccoli dettagli.
Uno dei primi edifici riconoscibili sulla sinistra è la Paula Modersohn-Becker-Haus – anche Paula Modersohn-Becker fu un’artista del cenacolo di Worpswede – costruita tra il 1926 e il 1927 da Hoetger, con le caratteristiche decorazioni costituite di mattoni rossi, materiale di costruzione di tutti gli edifici. All’interno del cortile si può osservare, sempre di Hoetger, la Brunnen der Sieben Faulen (“Fontana dei Sette Fannulloni”). Oggi la casa ospita il Paula Modersohn-Becker Museum, che raccoglie le opere della pittrice.
Procedendo troviamo la Roselius-Haus, il primo edificio acquistato dal celebre industriale nel 1902, nonché il più antico dell’intera via. Inizialmente esso ospitava gli uffici dell’azienda e dopo la ristrutturazione, nel 1928, fu destinato ad accogliere la collezione d’arte di Ludwig Roselius, tra le cui opere vi sono, in una delle molteplici versioni esistenti, i celebri ritratti di Martin Lutero e di sua moglie dipinti da Lucas Cranach.
Ma senza dubbio non si può rimanere indifferenti alla Haus Atlantis, la “Casa Atlantide”: la sua facciata imponente e modernissima, soprattutto se considerata nel contesto in cui è inserita, venne ridisegnata da Ewald Mataré nel 1965 dopo che andò distrutta in un incendio durante la Seconda Guerra Mondiale. L’edificio fu progettato da Hoetger nel 1930-1931 e gli interni, originali, sono in stile Art Déco; percorrendo la scalinata si arriva all’ultimo piano dove è possibile ammirare la Himmelssaal (“Sala del Cielo”), anch’essa un interessante esempio di architettura tedesca del periodo tra le due guerre.
L’interesse per mondi lontani, come Atlantide, e la passione per le esplorazioni sono tangibili in altri edifici come la Robinson-Crusoe-Haus (1931). Agli occhi di Roselius, Robinson Crusoe incarnava lo spirito pionieristico anseatico. La cosa balza all’occhio anche osservando un altro edificio, la Haus des Glockenspiels: nella sua torre-carillon, dieci pannelli lignei, disegnati da Hoetger e raffiguranti esploratori e navigatori, ruotano più volte al giorno al suono di trenta campane in porcellana di Meissen, che intonano le melodie di canzoni marinare.
Nonostante il fascino che emana e l’importanza che oggi riveste, in passato la Boettcherstrasse ha rischiato la distruzione. Benché infatti Roselius e Hoetger – entrambi simpatizzanti del partito nazionalsocialista – volessero esprimere il folclore nordico, nel 1936 Adolf Hitler dichiarò la strada un esempio di arte degenerata e decise di abbatterla; venne in ultimo convinto a lasciarla intatta come monito per gli artisti futuri. Ma ciò che non poté fare il Führer fece la guerra: nel 1944 gran parte della via andò distrutta, e dal 1949 la Boettcherstrasse venne ricostruita fedelmente secondo i progetti di Scotland, Runge e Hoetger, a parte pochi casi in cui vennero apportati dei cambiamenti.
La Boettcherstrasse ancora oggi emana un’atmosfera del tutto particolare e rappresenta un tesoro, non solo artistico, per la città di Brema 〈1〉.
〈1〉 Vorrei ringraziare i miei amici di Brema per avermi fatto scoprire alcune delle tante, inaspettate meraviglie di questa città. Aggiungo due suggerimenti sitografici: per approfondire il tema della Boettcherstrasse: www.boettcherstrasse.de; sulla colonia di artisti di Worpswede: www.worpswede.de. In alto: indicazione stradale della Boettcherstrasse. Sotto: Dettagli di esterni della Boettcherstrasse (foto Claudia Hahler).