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Miniature dalla Serbia

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Le origini della lingua e dell’alfabeto serbo – basato sulla compresenza di caratteri cirillici e latini – si confondono con le vicende relative alla cristianizzazione del paese. Il più antico codice miniato che si conservi è il Vangelo del principe Miroslav, risalente al secolo XII. Nel suo apparato decorativo convivono influenze romaniche e soprattutto bizantine. Del resto, nel corso del medioevo la vita politica serba è strettamente collegata alle vicende dinastiche dell’Impero Romano d’Oriente e, con essa, anche la cultura e le arti, col risultato che le influenze orientali sono decisamente prevalenti rispetto a quelle occidentali. Nel 1190 Rastko Nemanjić, il futuro San Sava, terzogenito della famiglia reale serba, decise di farsi monaco trasferendosi in Grecia, nel monastero russo-ortodosso di S. Panteleimon sul Monte Athos, e successivamente egli persuase suo padre, il re Nemanja, a intraprendere la costruzione di una fitta rete di monasteri e chiese. Tra i monasteri più importanti del Monte Athos spicca quello di serbo di Hilandar, la cui biblioteca custodisce una ricca raccolta di codici. I codici prodotti a Hilandar prendevano spesso la via del nord, verso la Croazia e la Dalmazia, favorendo così la diffusione del cristianesimo e, al tempo stesso, della cultura decorativa bizantina.

Pagina di codice miniato, sec. XIV, Lubiana, Biblioteca Nazionale.

Un elemento particolare nella decorazione dei codici è quello che in lingua serba viene chiamato zastavica (“bandierina”), che, insieme alle miniature e ai capilettera, compone l’apparato figurativo di un codice miniato. Si tratta in sostanza di un fastigio, una ricca ed ampia bordura che sovrasta e incornicia il testo miniato. La zastavica può essere a forma di rombo, quadrato, rettangolo, ferro di cavallo, a volte con lo spazio vuoto per il titolo dell’opera, e in certe occasioni occupa la pagina intera. Il disegno è eseguito a inchiostro nero o rosso. Gli ornamenti più complessi presentano il cerchio intrecciato con diagonali ed archi, con i nodi posizionati al centro del cerchio. Normalmente gli intrecci non richiedono particolari colori, previsti invece per gli interstizi, mentre molti dettagli sono dorati.

Pagine di codice miniato, sec. XVI, Lubiana, Biblioteca Nazionale.

Nel secolo XIII si sviluppa anche nella zastavica l’ornamento di tipo geometrico-floreale. Le forme sono squadrate, con intrecci, viticci e fiori stilizzati. Lo sfondo è dorato, con colori densi e luminosi ad accentuare gli effetti plastici. Nel secolo XIV, poi, nasce l’intreccio detto “di tipo balcanico”, la cui vicenda è strettamente collegata all’identità serba. Il suo iniziale decollo si deve ad artisti provenienti dalla Grecia, cui subentrano in seguito pittori e calligrafi autoctoni. Le caratteristiche salienti sono le forme rettangolari, con intrecci geometrici di forma circolare o romboidale. In corrispondenza degli angoli vi sono elementi floreali, mentre al centro vi è quasi sempre la croce. I colori specifici per questo tipo di ornamento sono il blu cobalto, il verde e il giallo. Nel secolo XV le forme-base rimangono sostanzialmente le stesse, ma il disegno diventa più preciso grazie all’uso di compasso e righello. I colori sono tendenzialmente puri, brillanti. Gli intrecci si espandono dal centro dando vita a rosette, croci o rombi. Negli angoli, all’interno, intrecci con motivi floreali spesso segmentati a forma di cuore. All’esterno, ornamenti floreali terminanti a forma di croce o di fiore.

Nei secoli XVI e XVII prevalgono le forme rettangolari sature di motivi floreali, con al centro un medaglione circolare oppure quattro foglie. All’interno del medaglione sono dipinti i santi. Ideatore di questa variazione fu Jovan iz Kratova (italianizzato: Giovanni di Kratovo, città oggi compresa nella repubblica di Macedonia), un maestro nel conciliare caratteri bizantini e influenze islamiche. Tra i codici più noti di quest’epoca vi sono la Zakon o rudnicima (“Legislazione mineraria”) e il Karansko Jevandjelje (“Vangelo di Karan”). L’influenza islamica è particolarmente sensibile in questi due codici, al punto che si suppone che il secondo sia stato miniato da un artista ottomano.

In alto: pagina di codice miniato (particolare), sec. XVI, Belgrado, Biblioteca Nazionale. Sotto, pagina di codice miniato, sec. XVIII, Lubiana, Biblioteca Nazionale.

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