Quando si parla di architettura dell’Eclettismo 〈1〉 nella città di Osimo, in provincia di Ancona, il pensiero va a Costantino Costantini, la cui cultura si era formata, nel culto degli stili storici, su autori stranieri ma anche italiani, quali Camillo Boito e Pietro Selvatico 〈2〉. Al contempo, come evidenzia Fabio Mariano, non vi è da stupirsi se più di un’opera di Costantini è imbevuta di quel nuovo gusto Liberty che, per il suo evidente richiamarsi ai motivi desunti dalla natura, si indica a ragione come “stile floreale”. Il presente articolo concerne, appunto, alcune opere di Costantini, per lo più inedite, partecipi di quel nuovo clima.
Uno dei progetti più noti e impegnativi cui l’architetto abbia lavorato è quello per il Santuario della Beata Vergine Addolorata, eretto a Campocavallo di Osimo tra il 1894 e il 1912. All’esterno dell’edificio spicca l’inserimento di elementi decorativi in terracotta «che contengono i prodromi del nuovo stile» 〈3〉, elementi disegnati e prodotti da Costantini nella sua fabbrica, sita all’epoca in via Battisti, poco distante dal suo villino. Ma l’avvicinamento di Costantini allo stile floreale si evince via via anche da altre opere, e segnatamente dalle architetture cimiteriali, di alcune delle quali, non ancora indagate, quello che qui presentiamo vuole essere un primo studio. Particolare attenzione meritano i due monumenti funerari rispettivamente intitolati a Benedetto Giardinieri e alla Famiglia Buglioni Rinaldoni, ubicati nell’emiciclo di levante del Cimitero Maggiore della città. La paternità delle due edicole 〈4〉 è provata sia dalle iscrizioni poste sul retro delle medesime, sia dai documenti conservati nell’Archivio Storico Comunale di Osimo.
Prima in ordine di tempo ad essere realizzata, fu l’edicola voluta da Cesare Buglioni per sé e la sua famiglia. Nel verbale della Giunta Comunale del 30 dicembre 1907 〈5〉, il Buglioni faceva richiesta per l’acquisto di un’area del Cimitero e nel 1909 il progetto era stato ultimato 〈6〉, come si desume dall’iscrizione sulla facciata posteriore: CESARE BUGLIONI / PER SÉ E I SUOI / M.CM.IX / ARCH. C. COSTANTINI. La tomba per Benedetto Giardinieri risale a qualche anno più tardi. Già nel 1907 il Giardinieri aveva chiesto al Comune di poter ottenere l’area per erigervi la tomba per sé e i famigliari, citando Costantini quale autore del progetto 〈7〉. L’opera fu tuttavia conclusa solo nel 1911: in quell’anno infatti il Giardinieri rinnovava la propria richiesta alla Giunta Comunale 〈8〉. e l’edicola veniva infine costruita, così come indicato nel retro della medesima: A. DNI / MCMXI / ARCH. C.C. I motivi di interesse dei due monumenti non si limitano ai singoli elementi decorativi, ma attengono anche a quella problematica, tipica del Liberty, che si definisce “unione delle arti”. Costantini progettò infatti non solo la struttura architettonica, ma anche tutto l’apparato decorativo delle due edicole, secondo un disegno unitario, che inglobava materiali e abilità differenti.
L’edicola Buglioni Rinaldoni ha una struttura architettonica eclettica e composita: un edificio con le quattro facce incorniciate da un frontone, sormontato da una copertura piramidale, a sua volta culminante con un corpo cubico circondato alla sommità da una cornice aggettante. La facciata principale presenta un pronao con frontone, sorretto da due colonne a fusto liscio. La copertura piramidale e il pronao con frontone la avvicinano alla tomba di Tarquinio Fanesi, realizzata da Costantini nel 1917 e posta a pochi metri di distanza 〈9〉. Ovunque campeggiano simboli incisi o in rilievo, anche a tutto tondo, associati alla morte: la clessidra con le ali, la farfalla, la lucerna, il braciere, fiaccole capovolte, simboli cristiani (croci, XP, AΩ) 〈10〉, iscrizioni in latino, tra cui due versi tratti dal Salmo 51, il Miserere («auditui meo dabis gaudium et laetitiam et exultabunt ossa humiliata»). Molti tra gli elementi decorativi vennero fabbricati in terracotta nell’azienda Costantini. Alcuni sono dei moduli più volte ripetuti, mentre altri sono unici, come l’immagine inserita nel timpano frontale e quella sulla parete sinistra (ruotando in senso antiorario) in cui si può vedere un angelo che ricopre di fiori il corpo della defunta. L’uso della terracotta produce anche un contrasto cromatico con la rimanente struttura. Ovunque è possibile scorgere, anche grazie alla pulitura eseguita nel 2014 sulla tomba quasi completamente ricoperta dalla vegetazione, elementi decorativi fitomorfi: edere, fiori, foglie (impressi sulla terracotta o a basso e altorilievo) rivestono pannelli, angoli, modanature, cornici, capitelli; la porta d’accesso nella facciata principale, poi, è incorniciata da piante di crisantemo. Interessante anche notare la scelta dei caratteri grafici dell’iscrizione sul retro dell’edicola, recante la data d’esecuzione e il nome del committente e di Costantini, anch’essi di gusto Liberty. La porta d’accesso in ferro e la piccola finestra sul retro mostrano esse pure l’attrazione per il curvilineo, tipica nel nuovo stile. Infine i due volti femminili alla base della scalinata, evocanti il sonno eterno, ricordano da vicino, con le linee morbide che definiscono i capelli, le fisionomie femminili visibili in numerosi manufatti dell’epoca.
L’edicola Giardinieri, architettonicamente più semplice, ha un aspetto più austero e, dal punto di vista decorativo, più sobrio rispetto alla tomba Buglioni Rinaldoni. La facciata presenta il nome del proprietario scolpito in caratteri grafici Liberty, nonché, al di sopra dell’ingresso, un pannello con fiori in altorilievo, stilisticamente riconducibili a quelli della tomba Buglioni Rinaldoni. L’austerità promana anche dai due volti femminili, circondati da foglie di edera, che incorniciano la facciata. Anche qui sono presenti elementi floreali, benché in numero minore rispetto alla tomba Buglioni Rinaldoni: intorno ai due volti le edere (elemento naturale da ricollegare allo stile floreale, ma anche simbolo ricorrente nell’arte funeraria); sopra il cancello d’ingresso, realizzato in metallo con elementi vegetali e linee serpentine, i fiori; infine, tutto attorno all’edicola, sobri pannelli coi simboli cristiani AΩ scolpiti in rilievo, circondati da rami di rose e crisantemi. Sono invece assenti gli elementi decorativi in terracotta.
A questo punto è interessante gettare uno sguardo a una terza tomba, quella di Romolo Mariani e famiglia, collocata di fronte alla tomba Giardinieri, in posizione simmetrica rispetto al viale centrale dell’emiciclo. La paternità del progetto è sconosciuta, ma sappiamo che l’area per la costruzione venne concessa nel 1912 〈11〉, e tutti gli elementi stilistici fanno pensare a Costantini. Una fascia a bassorilievo con tralci di edera ruota tutto attorno all’edicola, e ancora una volta l’edera pervade lo spazio nella targa recante il nome del proprietario. Il cancello metallico presenta decori floreali con boccioli e foglie di papavero, e linee serpentine. Da notare, ai lati della finestra di facciata, agli angoli della parete, il taglio curvilineo degli elementi decorativi.
La commistione eclettica tra stili storici e stile Liberty, ha nella sequenza di questi tre monumenti un’esplicazione chiara ed efficace.
〈1〉 Per una definizione di architettura dell’Eclettismo si veda L. Patetta, L’architettura dell’Eclettismo. Fonti, teorie, modelli 1750-1900, Sant’Arcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2007, p. 7. 〈2〉 Su Costantino Costantini: L. Toschi, Costantino Costantini (1854-1937) e Innocenzo Costantini (1881-1962). Progetti e realizzazioni, catalogo della mostra, Osimo, Palazzo Campana, 20 ottobre – 3 novembre 1984, Comune di Osimo 1984; M. F. Panini, Costantino Costantini. Un architetto marchigiano e il cantiere dell’eclettismo (1854-1937), Roma, Edizioni Kappa, 2000; A. Montironi, Giambattista Carducci e «l’architettura decorativa» nelle Marche, in L. Mozzoni, S. Santini (a cura di), Tradizioni e regionalismi. Aspetti dell’Eclettismo in Italia, Napoli, Liguori Editore, 2000, pp. 375-401; F. Mariano, La crisi degli stili. Architettura eclettica nelle Marche fra Ottocento e Novecento, temi e personaggi, in F. Mariano (a cura di), L'età dell'Eclettismo. Arte e architettura nelle Marche fra Ottocento e Novecento, Firenze, Nerbini, 2004, pp. 11-71. 〈3〉 M.F. Panini, op.cit., p. 110. 〈4〉 In ambito funerario è considerata un’edicola una struttura “dotata di spazio interno e di cripta” (O. Selvafolta, Memoria e identità nell’arte funeraria dell’Ottocento, in L. Mozzoni, S. Santini (a cura di), Architettura dell’Eclettismo. Il rapporto con le arti, Liguori Editore, Napoli 2007, p. 83). 〈5〉 Osimo, Archivio Storico Comunale (d'ora in poi ASC), “Deliberazioni della Giunta. 1907”, sessione del 30 dicembre 1907, domanda n. 4. 〈6〉 Nel 1926 lo stesso Cesare Buglioni fa richiesta per poter costruire un recinto attorno all’edicola (Osimo, ASC, Deliberazioni della Giunta. 1926”, sessione del 2 gennaio 1926, domanda n. 2), richiesta però respinta. 〈7〉 Osimo, ASC, “Deliberazioni del Consiglio. 1907”, sessione del 16 maggio 1907, domanda n. 4. 〈8〉 Osimo, ASC, “Deliberazioni della Giunta. 1911”, sessione del 4 maggio 1911, domanda n. 8. 〈9〉 Osimo ASC, “Deliberazioni della Giunta. 1917”, sessione del 18 ottobre 1917, domanda n. 165. 〈10〉 Per il significato dei simboli funerari si veda il dizionario curato da Gian Marco Vidor e pubblicato nel sito web della Certosa di Bologna (http://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/simboli/). 〈11〉 Osimo, ASC, “Deliberazioni della Giunta. 1912”, sessione del 24 gennaio 1912, domanda n. 6. In alto: Hardy Yusic, Veduta di Osimo da Camerano (particolare), 1821, inchiostro e acquarello su carta, mm 183 x 235, collezione privata (www.farsettiarte.it). Sotto: Costantino Costantini, Edicola Romolo Mariani, 1912 ca., Osimo, Cimitero Maggiore (foto © Valentina Andreucci).