Piero Fornasetti. 100 anni di follia pratica, in corso alla Triennale di Milano dal 13 novembre 2013 al 9 febbraio 2014, commemora il designer milanese nato nel 1913 e morto nel 1988, nel centenario della nascita. A partire dalla Milano rigorosa e avanguardista degli anni ’30, fino alla Milano eclettica e giocosa degli anni ’80, Fornasetti è sempre stato un punto di riferimento per il mondo della decorazione in tutte le sue accezioni. Lo ha ben presente il curatore della mostra, il figlio Barnaba Fornasetti, quando, nel comunicato stampa, manifesta la propria soddisfazione per il fatto che «la Triennale, da cui il lavoro di Pietro Fornasetti e la sua collaborazione con Gio Ponti presero le mosse negli anni ’30, torni a dedicare alla sua opera l’attenzione che merita al di là della contrapposizione ideologica tra fautori di un funzionalismo dogmatico e cosiddetti “decoratori”». E qui si evince chiaramente che proprio Piero Fornasetti fu tacciato per tutta la sua carriera di essere non un designer e un progettista tout court ma, appunto, un decoratore, come se ciò fosse un limite e non, invece, una precisa filosofia di vita e di lavoro.
In realtà, Fornasetti aveva compreso benissimo in che cosa consiste la grande arte della decorazione: nel saper cogliere le forme più consone al decoro di un ambiente e di un momento storico determinati. In ogni epoca, la decorazione si aggiorna assumendo immagini e motivi sempre nuovi, debitamente “normalizzati” secondo le leggi canoniche dell’ordine e dell’equilibrio. Questa ricetta, semplice e insieme complessa, spiega tutta la produzione di Fornasetti e il perdurante successo dei suoi mobili, stoviglie, recipienti, portaombrelli, vassoi, anche a distanza di molti decenni dalla loro prima commercializzazione.
Da un lato, le modalità generali di impaginazione e modulazione dei decori di Fornasetti rimandano alla lezione classica della composizione ornatistica di ogni epoca, che prescrive l’uso di direzionalità e simmetrie precise, equilibrate, portatrici di armonia. Dall’altro, i prelievi iconografici spaziano in direzioni inattese, oniriche, assumendo lo spaesamento metafisico e surrealista appreso da Fornasetti in gioventù, quando si dedicava a tempo pieno alla pittura, come strategia di appropriazione delle immagini. Immagini che solo in minima parte sono originali ma, per lo più, derivano da fotografie e stampe, evolvendo così, quasi per germinazione spontanea e senza nulla perdere in rigore e buon gusto, in quella direzione pop e citazionista che è particolarmente connaturata all’immaginario del secondo ‘900. Il catalogo della mostra è pubblicato da Corraini Edizioni.
In alto: Piero Fornasetti, Piatto appartenente alla serie "Tema & variazioni", con elaborazione grafica del ritratto della cantante lirica Lina Cavalieri (particolare). Sotto: Piero Fornasetti, Sedia "Sole raggiante", 1989.