Data: lunedì 24 giugno 2013. Luogo: Accademia di Belle Arti di Bologna. Utilizzando il computer che l’Istituto mette a disposizione dei docenti, scopriamo che da esso non si può più accedere a www.faredecorazione.it. Qualcuno ha infatti inserito la nostra testata nella lista nera dei malicious websites, alla stregua di un sito pornografico o violento. Scherzo da caserma, tipico delle situazioni di convivenza coatta? Crediamo di no, e proprio per questo ne diamo menzione: perché riteniamo che i principi ispiratori e le finalità di un gesto simile non mutino se a compierlo è un singolo, coperto dall’anonimato, anziché un apparato statale. Incollare la serratura dell’armadietto è un dispetto fra commilitoni, oscurare un sito culturale e didattico è censura!
L’unico contenuto “malvagio” di FareDecorazione è la ricerca del vero e del lecito in un campo come quello artistico, dove stupidità, pornografia e razzismo (si pensi ai costanti attacchi alla simbologia cattolica, stante il tabù che stranamente tutela tutte le altre religioni) vengono sovente giustificati come “libertà espressiva”. E’ troppo facile essere liberali e tolleranti quando ci si imbatte in ridicole manifestazioni psicotiche, e trasformarsi poi in censori quando si deve far fronte ad argomentazioni serie, decorose e civili. Proprio in quanto argomentazioni, le nostre richiedono, a chi voglia confutarle, argomentazioni di segno opposto, che evidentemente latitano.
Questo episodio dimostra che la battaglia sulla verità delle cose dell’arte è battaglia di idee, e che il civile argomentare è la vera rivoluzione culturale contro lo squadrismo ideologico che ha funestato il secolo scorso e di cui scontiamo oggi l’eredità. La nostra “malvagità” consiste nello smascherare l’ipocrisia della cultura contemporanea, che opera come autentico persuasore occulto, autoritario, riducendo il concetto di libertà ad un misero alibi per le proprie improbabili proposte.
In alto: Antonio Simon Mossa e Filippo Figari (su disegno di), Rivestimento in maiolica per la cupola della chiesa di San Michele, Alghero, 1950 circa (www.algheroturismo.eu).