di Alessandro Mendini
Nel libro La poltrona di Proust, uscito nel 1991 presso l'editore Tranchida, Alessandro Mendini (1931-2019) raccolse in ordine alfabetico, come i lemmi di un dizionario, una serie di microsaggi dedicati a persone, idee e cose di speciale rilievo nel suo percorso di designer, architetto e artista. Da questo libro sono tratte le due voci che qui pubblichiamo, "Decorazione" e "Ornamento". Esse non offrono risposte lineari e risolutive ma esempi di felice incoerenza, di sapiente fusione tra opposti modi di essere: l'originale e la copia, l'autorialità e l'anonimato, la cultura alta e quella bassa. In tale ottica, anche gli effetti collaterali a prima vista più discutibili (banalità, imitazione, falsificazione, contaminazione stilistica, kitsch) sono requisiti connaturati alla creatività, al suo dispiegarsi nello spazio e nel tempo. Anche l'oggetto più esclusivo, una volta entrato nel mondo, ne assumerà su di sé il peso e le contraddizioni, rivestendosi di significati estranei al piano originario. Decorazione e ornamento, intese da Mendini come pratiche diffuse, orizzontali, sono un eccellente termometro di questo ordine di fenomeni. L'edizione attualmente in commercio de La poltrona di Proust è la seguente: A. Mendini, La poltrona di Proust, a cura di M. Galbiati, Nottetempo, Milano 2021. Un vivo ringraziamento a Elisa e Fulvia Mendini, di Atelier Mendini, e a Beatrice Pozzi, di Edizioni Nottetempo, per avere autorizzato questa pubblicazione.
Decorazione
Cedere alla totale decoratività del mondo significa prendere atto che gli uomini non sono in grado di comunicare nel profondo, che nella sostanza sono solitari, ma che quello che può entrare bene in circolo fra loro è la superficie, la “profondità del superficiale”. La decorazione è un’esibizione di massa, un caos controllato, dove la vita si propone su quel fronte che il mondo razionale ha negato.
Ornamento
Il concetto dell’abitare e dell’arredare “spontaneo” può prevalere sul progetto e sull’architettura istituzionali e contrapporsi tecnicamente a essi tramite “l’ornamento”. Perché tutti gli uomini sanno ornare, perché i decori svaniscono nel nulla con la velocità con cui arrivano, e in quel transitorio momento in cui esistono ci piacciono magnificamente, rendono energetiche e tese anche le strutture più aride del nostro quotidiano. Pensare a una totale decoratività del mondo, significa pensare a uomini che vogliono comunicare più antropologicamente che razionalmente, tramite il mito, il segno, l’odore, l’istinto. Quando parlo di ornamento voglio dire una cosa “profonda”: nel senso che l’ornamento è un atto talmente radicato nella mente di ciascun uomo, da essere la base di partenza per qualsiasi tipo di progetto.
Homepage: Alessandro Mendini, Cioccolator, calcolatrice a cristalli liquidi, produzione Alessi, 2000. Sotto: copertina del libro di Alessandro Mendini, La poltrona di Proust, Nottetempo, Milano 2021.