di Giorgia Salerno
Il museo, nella sua caratterizzazione più classica e per convenzione, richiede compostezza formale, silenzio e, per consentirne una fruizione ottimale, una certa distanza dalle opere. La visione di una collezione in un museo è regolata da principi museologici e museografici che rischiano, a volte, di rendere meno intensa l’esperienza del visitatore. Da questa riflessione nasce Spazio Neutro, un progetto realizzato al MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, curato da chi scrive nel ruolo di conservatrice delle collezioni e del patrimonio del museo. Spazio Neutro è un luogo di condivisione e partecipazione ma soprattutto è uno spazio che propone al pubblico un punto di vista alternativo nella visione delle opere d’arte.
La scelta curatoriale vede come protagonisti giovani artisti, chiamati a ripensare il rapporto tra la propria opera e il pubblico, all’interno di uno spazio che, dal punto di vista espositivo, sarà tutt’altro che neutro. Esso verrà infatti rimodulato per ogni progetto, affrontando le tematiche che attualmente coinvolgono i musei internazionali, come l’evoluzione del museo relazionale, la decolonizzazione delle collezioni e le IA generative.
Il primo artista invitato è Diego Miguel Mirabella, nato a Enna nel 1988, di origini peruviane e oggi attivo tra Roma, dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, e il Marocco. Sue opere sono presenti in diverse collezioni private e pubbliche, come il Parco Archeologico dell’Appia Nuova a Roma, la Fondazione Roma, il MAP Museum di Pontinia e il Museo Riso d’Arte Moderna e Contemporanea a Palermo. La sua ricerca si focalizza sui pattern ornamentali.
Il progetto di Mirabella per il MAR si intitola Vestiva inoltre una segreta felicità. Creato specificamente per il Museo, esso si estende a tutte le pareti dello spazio. Non ci sono confini nel diramarsi dell’ornato, interrotto solo dall’artificio della luce riflessa delle finestre della sala, creato dall’artista.
La decorazione, che prende ispirazione dalle memorie visive dell’artista e dall’ornato musivo ravennate, diviene qui un paesaggio in continua evoluzione narrativa, stilistica e cromatica. Mirabella si muove su diversi registri culturali, dall’Occidente all’Oriente e, spaziando dalla pittura alla scultura, utilizza i pattern ornamentali come una vera e propria lingua visiva. Una lingua che talora si intreccia con la parola, per narrare storie che, in questa occasione, conducono lo spettatore in una dimensione quasi onirica, in cui gli elementi alternativamente si celano o si mostrano. I pigmenti presenti sulle pareti, uniti alla polvere di mosaico, avvolgono il pubblico che, come immerso nello spazio, diviene parte integrante dell’opera, della storia narrata dall’artista. Lo spazio continua la sua vita anche di notte, quando la luce artificiale esterna attraversa le finestre e si sovrappone all’illusione visiva creata dall’artista, custodendo una segreta felicità.
Data la natura coinvolgente del progetto e per offrire un diverso punto di vista, il pubblico può sostare all’interno dello spazio in modo informale, sedendosi per terra, sdraiandosi, o nella modalità che più ritiene comoda per entrare in relazione con l’opera d’arte.
La mostra: Diego Miguel Mirabella, Vestiva inoltre una segreta felicità, a cura di Giorgia Salerno, 2024, Ravenna, MAR, 21 dicembre 2024 – 2 febbraio 2025.
Homepage: Diego Miguel Mirabella, Vestiva inoltre una segreta felicità, tecnica mista e foglia d'oro, dimensioni ambientali, 2024 (photo credits Studio DMM).