Commercialista: «Oddio!… con la caduta delle quotazioni di gente come Damien Hirst, questa crisi rende incerto anche l’investimento in arte.»
Barista: «Forse perché non è un investimento!»
C: «Ma cosa dici?! Un quadro di Cézanne è appena stato battuto all’asta ad una cifra record! Neanche l’oro garantisce questa tenuta del valore nel tempo…»
B: «Beh… allora vorrà dire che non è arte!»
C: «Cosa???»
B: «Voglio dire che se i prezzi delle opere di Cézanne tengono e quelli delle opere di quel Damien Comesichiama crollano, significherà che le prime sono arte e le seconde no.»
C: «Ma non dire bestialità! Damien Hirst è uno dei maggiori artisti contemporanei: tutti i più importanti musei del mondo hanno almeno una sua opera.»
B: «Beh… se è così perché i collezionisti non approfittano delle attuali quotazioni per fare scorta di sue opere?»
C: «Si vede che non capisci niente d’arte… con la crisi solo i musei hanno soldi, mentre i privati non ne hanno più!»
B: «Scusa, ma se la metà dei professionisti che hanno l’ufficio in questo palazzo si è comprata il SUV nuovo, se è un investimento come dici, credo che centomila euro non gli mancherebbero per comprare qualcosa di quel Damien Nonmiricordo!»
C: «Che ragionamento… non è solo un fatto di soldi, l’investimento si valuta anche nel medio-lungo termine! Le opere di Hirst venivano battute a centinaia di migliaia di euro e oggi le trovi a molto meno: è vero che sarebbe un’occasione per comprarle, ma se poi non riparte?»
B: «Già… e se poi non riparte?»
In alto: Honoré Daumier, Appassionati d'arte o Visita nell'atelier di un pittore (particolare), 1862 ca, tecnica mista su carta, Montreal, Musée des Beaux-Arts.