Silvio Gordini (Russi 1849 – Bologna 1937) è stato uno dei tanti, validissimi decoratori attivi a Bologna e in Romagna tra otto e novecento, operando anche come docente e direttore dell’Accademia di Belle Arti felsinea. Il volume che affianca la mostra tenutasi a Russi dal 9 al 23 settembre 2012 non è un catalogo ma una monografia, e ricostruisce ottimamente il suo percorso biografico ed artistico. La personalità di Gordini è, per il filone decorativo, quella di un attento conoscitore della tradizione locale, capace di far rivivere, sulle pareti e i soffitti degli edifici pubblici e privati in cui è chiamato a operare, un Sei-Settecento lontano ma non perduto.
Utilissime le testimonianze e i documenti concernenti le opinioni, la didattica, le prassi operative dell’artista. Ne emerge quel che i veri decoratori ben sanno: e cioè che il repertorio ornatistico, anche quando è stilisticamente antiquato, non è mai al di fuori della storia e della vita, anzi è la sintesi esemplare di ciò che l’artista fa come pittore tout court. Nei panni di paesaggista e autore di nature morte, Gordini continuamente elabora spunti tematici (tralci, fiori, foglie, quinte scenografiche) che potranno poi tornargli utili nell’attività decorativa, riconducendoli al modello aureo rappresentato per lui dal quadraturismo dell’età dei Gandolfi, dei Colonna, dei Basoli.
Il libro: Valentina Andreucci, Silvio Gordini (1849-1937). Tra arte e insegnamento, Russi, Edizioni Pro Loco, 2012.
In alto: Silvio Gordini, Decorazioni parietali, 1925-28 ca, tempera, Villa Benni, Bologna. Sotto: Silvio Gordini, Autoritratto, 1890, olio su tela, cm. 45 x 32, Ravenna, collezione privata.